Chiamate alla misericordia

“Tirare sulla corda del cuore di Dio”

Incontro formativo dello staff della UISG

Come vivere la misericordia in noi e tra noi come gruppo di lavoro della UISG? Questa la domanda posta a Suor Catherine Aubin, OP (Congregazione Romana di San Domenico), dottore in teologia spirituale e collaboratrice del supplemento Donne Chiesa Mondo dell’Osservatore Romano. Suor Catherine ha condiviso nella sua meditazione alcuni spunti pronfondi a partire dall’importanza dello sguardo, ben simbolizzato nel logo del Giubileo della Misericordia disegnato da Rupnik, dove la persona umana e Dio condividono un occhio. “La vista è l’unico senso che ha due compiti: guardare e piangere. Diventiamo più umane quando le lacrime sono vicine.”

La vista è un elemento che accompagna tanti passi biblici, a sottolineare l’importanza del vedere, del saper guardare oltre e in modo profondo: proprio come lo sguardo di Gesù. Se non guardiamo in modo profondo, rimaniamo nella cecità. Riacquistare la vista è un’opera di rinascita, di ricreazione; quello di Gesù è uno sguardo che libera. Se guardiamo solo a partire da noi stessi o da una visione di efficacia, perdiamo tanto.

“Lasciarsi guardare da Dio attraverso gli altri, per imparare a guardare in profondità. Guardare nell’altro qualcuno che ha bisogno di essere amato. Tutte abbiamo bisogno che lo sguardo si posi su di noi, per essere riconosciute.”

Come decido di guardare? Cosa metto nel mio sguardo? Mi lascio guardare dagli altri?

La misericordia è tirare sulla corda del suore di Dio; vedere col cuore. Cosa ci impedisce di farlo?

La misericordia non è efficace: è un cambiamento di sguardo che viene dal profondo.

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