Edu-educazione: Progetto con i giovani in Brasile
Sr. Emanuela Nardin, Missionaria dell’Immacolata (PIME), in Brasile da 10 anni racconta la sua esperienza con il progetto Olhar Jovem (sguardo giovane) che fa parte delle proposte del CENFIRC (Centro di Formazione Irmã Rita Cavenaghi), nella periferia di San Paolo. Il progetto è nato prendendo spunto dal paradigma dell’Educomunicazione e ne segue la sua metodologia.
Il carisma delle Missionarie dell’Immacolata è la viva passione per l’annuncio del Vangelo a tutti i popoli. L’istituto è dedicato esclusivamente all’evangelizzazione ed è presente in tutti i continenti, in particolare in India, Bangladesh, Hong Kong – Cina, Papua Nuova Guinea, Algeria, Tunisia, Ciad, Camerun, Guinea Bissau, Brasile, Italia e Inghilterra.
Sr. Emanuela realizza il carisma dell’evangelizzazione attraverso la sua passione per la comunicazione ed ha creato dal 2019 un progetto sociale per adolescenti di Villa Missionaria, periferia sud di San Paolo. Il progetto Olhar Jovem ha l’obiettivo di aiutare adolescenti e giovani a sviluppare il protagonismo e la cittadinanza, perché si tornino agenti attivi di trasformazione sociale nel contesto in cui vivono e educare ad uno “sguardo giovane” verso la realtà per sviluppare una sensibilità che osserva con attenzione il quotidiano e dare valore alla vita.
È un progetto che si fonda sulla metodologia dell’Educomunicazione, un nuovo paradigma che unisce Educazione e Comunicazione.
L’educomunicazione va oltre l’insegnamento tecnico di nuove tecnologie e offre un nuovo modo di educare e imparare a leggere il mondo da cittadini protagonisti. In un contesto in cui il sapere è disperso e frammentato e circola fuori dai luoghi sacri nei quali anteriormente era circoscritto e lontano dalle figure sociali che lo amministravano, l’educomunicazione si presenta come un’alternativa al sistema educativo tradizionale che si trova in difficoltà in questo nuovo scenario. Un’alternativa che offre la possibilità di imparare insieme e di condividere il sapere in forma circolare. In questo modo i protagonisti della propria educazione sono gli alunni stessi e gli educatori sono i mediatori che indicano il cammino dove imparare.
Attraverso i corsi del progetto Olhar Jovem abbiamo lavorato sulle relazioni tra i partecipanti, sulla responsabilità di un lavoro in gruppo, con incarichi diversi per ciascuno, abbiamo affrontato con creatività anche il tema delle emozioni, tutto con una macchina fotografica, un cellulare e disegni a fumetti, ma soprattutto educando lo sguardo verso una sensibilità ai dettagli del quotidiano, della realtà che spesso banalizziamo, ma che costruisce i nostri giorni, settimane, mesi…
Alle congregazioni che volessero iniziare un progetto di educomunicazione consiglia prima di tutto di ascoltare la realtà per comprendere quali sono le necessità del posto. Non si comincia mai a tavolino… In secondo luogo di comunciare dall’educomunicazione possibile, puntando non su competenze tecniche (per fare educomunicazione è sufficiente disegnare, fare teatro, un cellulare per scattare foto e registrare video…), ma sulla collaborazione e la creatività dei partecipanti.